article published in the il manifesto on Oct. 14, 2015
On the evening of Oct. 13, the Italian Senate passed a controversial amendment to the nation’s constitution that would weaken Parliament’s upper house by scrapping the direct election of senators and reducing their number by two-thirds.
Prime Minister Matteo Renzi says the Senate reform will lead to a faster, more effective government, resolving a growing problem of shifting allegiances in Parliament. But critics and the opposition say the reforms centralize power and upend checks and balances instituted after the fall of dictatorship in World War II. A series of legislative hurdles remain for the bill to become law.
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Questo testo può essere sottoscritto scrivendo aLa proposta di legge costituzionale che il senato voterà oggi dissolve l’identità della Repubblica nata dalla Resistenza. È inaccettabile per il metodo e i contenuti; lo è ancor di più in rapporto alla legge elettorale già approvata.
Nel metodo: è costruita per la sopravvivenza di un governo e di una maggioranza privi di qualsiasi legittimazione sostanziale dopo la sentenza con la quale la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità del «Porcellum». Molteplici forzature di prassi e regolamenti hanno determinato in parlamento spaccature insanabili tra le forze politiche, giungendo ora al voto finale con una maggioranza raccogliticcia e occasionale, che nemmeno esisterebbe senza il premio di maggioranza dichiarato illegittimo.
di Oskar Lafontaine* pubblicato su il manifesto il 14 ottobre 2015
L'articolo. L’euro sta de-industrializzando gli stati europei a tutto vantaggio della Germania. L'esempio di Syriza dimostra l’impossibilità di un governo di alternativa. La sinistra italiana deve unire le forze e lavorare a un nuovo sistema monetario
Care compagne, cari compagni,
la sconfitta del governo greco guidato da Syriza davanti all’Eurogruppo ha portato la sinistra europea a domandarsi quali possibilità abbia un governo guidato da un partito di sinistra, o un governo in cui un partito di sinistra sia coinvolto come partner di minoranza, di portare avanti una politica di miglioramento della condizione sociale di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, e delle piccole e medie imprese, nel quadro dell’Unione europea e dei trattati europei.
di Dimitri Deliolanes pubblicato su www.sbilanciamoci.info il 13 ottobre 2015
L’obiettivo di Atene è iniziare quanto prima la discussione sul debito e, contemporaneamente, concludere entro l’anno il processo di ricapitalizzazione delle banche greche con i 25 miliardi previsti, in modo da poter togliere al più presto il capital control
Lasciate rapidamente alle spalle le elezioni, agli inizi di ottobre il governo greco ha affrontato con ritmi veloci il dibattito sulla fiducia in Parlamento e in meno di una settimana è riuscito a superare la prova parlamentare senza sorprese, con 155 voti favorevoli su 300.
È iniziato così il secondo mandato governativo del leader di Syriza, profondamente diverso nei contenuti e nei toni da quello di gennaio. Ma con una prospettiva di grande stabilità, che potrebbe condurre all’esaurirsi dei quattro anni previsti della legislatura. Facilita molto questa prospettiva la disgregazione del fronte filo-austerità e in particolare del centrodestra di Nuova Democrazia, in cerca di un nuovo leader e di una nuova identità.
Documento approvato dall’assemblea pubblica svolta a Crotone il12 e 13 luglio 2014, promossa da Coordinamento nazionale No Triv “Difesa dei Beni Comuni e revisione della Costituzione”.
È in corso un attacco alla nostra Costituzione, alla nostra democrazia, ai nostri territori.
Il quadro complessivo delle riforme costituzionali, unitamente alla riforma della legge elettorale, delinea una svolta autoritaria, che vanifica il sistema delle garanzie costituzionali e lascia presagire uno scenario istituzionale, a seguito del quale i cittadini avranno meno capacità decisionale.
Noi non siamo contrari ad una ipotesi di revisione della Costituzione, ma siamo contrari a questa revisione, che compromette la democrazia, minandola negli organi di rappresentanza territoriale, e che favorisce la blindatura della casta partitica in Parlamento.
di Mariana Mazzucato, pubblicato su Micromega - da Repubblica, 8 ottobre 2015
Sette economisti (fra cui Joseph Stiglitz, Thomas Piketty e la sottoscritta) hanno accettato di fare da consulenti economici per Jeremy Corbyn, il nuovo leader del Partito laburista britannico. Mi auguro che il nostro scopo comune sia aiutare il Labour a creare una politica economica fondata sugli investimenti, inclusiva e sostenibile. Metteremo sul tavolo idee diverse, ma voglio proporvi le mie considerazioni riguardo alle politiche progressiste di cui il Regno Unito e il resto del mondo hanno bisogno oggi.
di Gaetano Azzariti pubblicato su il Manifesto il 02/10/2015
C'è vita a sinistra. Non se «c’è» vita ma «quale» vita per la sinistra. Senza la capacità di andare oltre l’immediato e di dare «carne» e «potere» alla politica c’è solo una lenta agonia
Ciò di cui più abbiamo bisogno è produrre nuovi punti di vista, non arrenderci al presente, riuscire ad incrinare l’unica narrazione rimasta.
La sinistra è morta se non riesce ad immaginare il cambiamento, ad interpretare non solo un generico e diffuso malessere, ma a prospettare un futuro diverso. Da troppo tempo, invece, il pensiero critico ha perduto la sua radicalità, schiacciata dal peso del presente. I diritti arretrano, le nostre forze scemano. Se siamo giunti sin qui è inutile negare che sia anche per colpa nostra: non abbiamo saputo interpretare il reale, ci siamo chiusi in difesa. Ma non è servito a nulla, nulla abbiamo difeso.
di Paolo Berdini pubblicato su Il Manifesto il 06/10/2015
C'è vita a sinistra. L’attacco al welfare dei comuni è stata una fredda scelta ideologica, fatta propria anche dalla sinistra. Dobbiamo ripensare i luoghi urbani come una grande opportunità di redistribuzione sociale, che non smantella o vende i servizi pubblici ma li rende più efficienti, con l’attiva partecipazione popolare
Se ci sarà vita a sinistra dipende molto dalle nostre capacità. Intanto dobbiamo prendere atto che la vita sociale sta scomparendo dalle nostre città sottoposte ad una spietata macelleria sociale, analoga all’offensiva tesa alla marginalizzazione del mondo del lavoro.
Roma 4 ottobre 2015 - Dopo le elezioni greche, è sempre più attuale la domanda di come sia possibile e con quali forze sociali e politiche combattere l’austerità e cambiare lo scenario europeo. Questo tema è anche decisivo per il nuovo soggetto politico unitario che vogliamo contribuire a costruire in Italia. In vista delle mobilitazioni che si concentreranno a Bruxelles dal 15 al 17 ottobre, l’Altra Europa con Tsipras, promuove un momento di confronto e di discussione.
pubblicato su sbilanciamoci.info il 17 settembre 2015
Contro le forze più reazionarie presenti in Europa, serve un piano B. L'appello di Varoufakis, Melenchon, Fassina, Kostantopoulou e Lafontaine
Il 13 di luglio di quest’anno il governo democraticamente eletto di Alexis Tsipras è stato messo in ginocchio dall’Unione Europea. L’accordo del 13 luglio è stato, di fatto, un colpo di stato. A questo si è giunti consentendo alla Banca Centrale Europea di far chiudere le banche greche avanzando la minaccia di mantenere le condizioni per la loro chiusura se il governo greco si fosse rifiutato di sottoscrivere la nuova versione di un programma già fallito. Perché mai tutto questo? Perché l’Unione Europea non poteva accettare l’idea che un popolo, in preda alle sofferenze causate dall’austerità, potesse osare eleggere un governo con il mandato di dire NO!