Mah, in questi giorni se ne sentono tante, sul voto di ballottaggio a Roma e nelle altre città, che sembrerebbe difficile districarne un senso.
Le principali biforcazioni appaiono due: si deve pensare alla città, al suo avvenire e lasciare da parte l’idea tutta politica di infliggere una prima sconfitta al Presidente del Consiglio. Ovvero, è improprio caricare le elezioni amministrative di una valenza squisitamente politica dimenticando che le città richiedono prima di tutto Giunte e Consigli comunali in grado di affrontare problemi difficilissimi. A Roma di grave degrado.
di Alberto Burgio pubblicato su il manifesto il 30 maggio 2016
Clintoniani d'Europa . In una stagione avara di speranze la crisi storica del socialismo continentale metafora di una politica senza ideali
L’implosione della sinistra perbene emerge inconfutabile da recenti accadimenti in paesi dell’Unione Europea a guida socialista. Implosione in senso lato: in Austria, per la crisi politica innescata dall’«emergenza» immigrazione; altrove – da noi e in Francia – per le scelte conseguenti alla mutazione genetica che l’ha trasformatai in una forza organica di restaurazione.
di Paolo Berdini pubblicato su Il Manifesto il 26 maggio 2016
Povero Nardella. Passa buona parte del suo tempo ad incontrare i fondi di investimento internazionali e vari sceicchi per convincerli a comprare per pochi euro molti immobili pubblici di grande pregio e mentre si stavano per stringere i preliminari, ecco che viene giù un pezzo dei muraglioni del lungarno. Si svendono i gioielli di famiglia mentre il sistema dei servizi urbani va in frantumi. Le città in vendita poggiano su piedi di argilla: nel centro di Firenze ci sono quotazioni immobiliari da capogiro mentre va in pezzi la città pubblica.
di Roberto Ciccarelli pubblicato su Il Manifesto il 5 aprile 2016
Cari e inutili. Sono gli sgravi contributivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato con i quali il governo Renzi ha pensato, inutilmente, di aumentare l’occupazione. In una nuova analisi sui costi e i benefici di questa dispendiossisima misura, pubblicata online sul «Menabò di Etica ed Economia, da Marta Fana e Michele Raitano emerge una nuova stima sul costo lordo per il bilancio pubblico nel triennio 2015-2017 che oscillerà, a seconda delle ipotesi, tra i 22,6 e i 14 miliardi. Non più dunque 11,8 miliardi ma undici in più nel caso in cui i contratti attivati nel 2015 dureranno 36 mesi, l’intero periodo della corresponsione dell’«esonero» contributivo alle imprese. Fana e Raitano formulano un secondo scenario più realistico, sulla base dei dati del ministero del Lavoro riguardanti i contratti trasformati da tempo determinato a tempo indeterminato tra il 2012 e il 2014 e cessati entro il terzo anno.
di BUBO
“Ha vinto l’amore” ha twittato il presidente del Consiglio non appena il Senato ha approvato la mutilata proposta di legge sulle Unioni Civili.
Si sa, la cultura del nostro statista è quella che è: un gelataio nel cortile di Palazzo Chigi e la collezione degli incarti dei baci Perugina, forse sul comodino.
Comunque a portata di mano tiene quelle brevi sentenze, lapidarie e languide, del senso comune più zuccheroso, che bene alludono alla dolcezza del cioccolatino da esse avvolto. Invece il nostro ne rovescia addirittura il senso, nascondendo sotto la sdolcinatura la realtà di una legge che non compie il passo atteso. Anzi. Abbiamo fatto ciò che si chiedeva da trent’anni! esultano i suoi.
Ma! Forse trent’anni fa sarebbe stato un passo avanti, però gli si chiedeva di stare al passo con l’oggi e non con quel che si pensava trent’anni fa.
A dimostrazione che il nuovo, il moderno, l’attuale non c’è, e che lo statista di Rignano fa come i gamberi. Cammina all’indietro.
di Paolo Berdini pubblicato su Il Manifesto il 22 gennaio 2016
Governo. Lo schiaffo a Renzi della Corte Costituzionale, che ha dichiarato illegittimi molti commi dell’articolo 1 del decreto legge 133/2014
C’è ancora un giudice a Berlino. Matteo Renzi e il cerchio magico che ha scritto lo Sblocca Italia hanno subito un sonoro e meritato ceffone da parte della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimi molti commi dell’articolo 1 del decreto legge 133/2014. Con il comma 1 si affidava all’Amministratore delegato delle Ferrovie dello Stato il ruolo di Commissario straordinario per la realizzazione del collegamento veloce tra Napoli e Bari. Un’opera fondamentale per dare qualche opportunità ad una parte del sud Italia e sulla cui realizzazione c’era il generale consenso delle Regioni coinvolte.
di Alfiero Grandi
La campagna referendaria é partita.
Consapevole o meno Renzi, con la sua affermazione che il suo futuro personale é legato all'esito del referendum sulle modifiche costituzionali, contribuisce a destare interesse per un appuntamento politico che molti elettori neppure sapevano ci sarebbe stato. Naturalmente sovrapporre il suo destino all'esito del referendum da parte di Renzi é strumentale, per mettere il merito del referendum in secondo piano, per sfuggire alle accuse di stravolgere la Costituzione nata dalla Resistenza, puntando ad una sorta di Sindaco d'Italia o, come dicono altri, ad un premierato forte mascherato.
Renzi lo fa puntando a trasformare questo appuntamento in un referendum su di lui piuttosto che sullo stravolgimento della Costituzione che è il vero oggetto del referendum.
Questo tentativo strumentale va respinto. Gli elettori saranno chiamati a votare sulle modifiche della Costituzione che é cosa ben più importante del destino di Renzi.
Riforme. Parte lunedì prossimo la lunga corsa al referendum costituzionale. Il percorso parlamentare si chiuderà ad aprile, dopo due anni. È già in campo il comitato per il No. Dal primo febbraio cominceranno a pronunciarsi oltre dieci tribunali sul ricorso civile contro l’Italicum
di Andrea Fabozzi pubblicato su Il Manifesto il 3 gennaio 2016
Lunedì 11 gennaio, nella prima vera seduta della camera dei deputati dopo lunghe ferie invernali, la legge di revisione costituzionale sarà approvata in votazione finale e chiuderà un’altra tappa del suo percorso iniziato nell’aprile del 2014. Una prima lettura che è passata per due «navette» tra senato e camera segnate dalle polemiche sulla conduzione dei lavori — «canguri» per saltare la mole degli emendamenti, sedute «fiume» per stroncare l’ostruzionismo — ma da poche modifiche sostanziali. Nell’ultimo passaggio al senato il testo è stato addirittura blindato (facendo prevalere il regolamento parlamentare sull’articolo 138 della Costituzione); in quest’ultimo alla camera non si è toccata una virgola.
«Il premier Renzi governa come se ci fossero già l’Italicum e la nuova Costituzione. Il presidente Mattarella non distoglierà lo sguardo da questa situazione. Il bipolarismo crolla ma non c’entra il populismo. I partiti non sanno più leggere la società»
Intervista di Andrea Fabozzi a Stefano Rodotà pubblicata sul Il Manifesto il 31 dicembre 2015
«Il populismo è una spiegazione troppo semplice. I partiti tradizionali non riescono più da tempo a leggere la società. Non è populismo, è crisi della rappresentanza». L’intervista con Stefano Rodotà comincia dal giudizio sui risultati elettorali in Francia e Spagna.
Intervento audio di Roberto Saviano
Roberto Saviano pubblicato su Il Post 11 dicembre 2015
Molti si sono preoccupati di dare ampia pubblicità agli impegni del Ministro Boschi nella giornata in cui il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto che ha salvato dal fallimento anche la Banca della quale il padre è vicepresidente. Molti hanno sentito la necessità di dare ampio spazio all’alibi del Ministro che, salvata la forma, ritiene di aver risolto la questione sul piano politico. Ma non è così.