di Massimo Serafini, Marina Turi pubblicato su il Manifesto il 27 dicembre 2015
Dopo il voto. Perché Corriere e Repubblica accomunano Podemos al Front National
Leggendo i commenti alle elezioni in Spagna sui principali quotidiani italiani, La Repubblica e Il Corriere della Sera tra gli altri, si resta sconcertati. La grande novità del voto spagnolo, il superamento del bipartitismo e la conseguente instabilità politica che ne è derivata, per l’irruzione sulla scena di Podemos e Ciudadanos, viene frettolosamente ricondotta al dilagare del populismo.
Sbrigativamente il successo di Podemos viene equiparato a quello recente del Front National in Francia o dell’ultradestra nazionalista in Polonia o al dimenticato tentativo di Syriza in Grecia.
di Fabio Marcelli pubblicato su Il Fatto quotidiano il 22 dicembre 2015
L’indiscutibile affermazione di Podemos e, sia pure in modo più contenuto, di varie forze di sinistra nelle elezioni spagnole di domenica, aprono nuovi spazi all’alternativa, sia su scala nazionale che europea. Dopo la Grecia e il Portogallo, questi risultati rendono evidente come aumenti, specie nell’Europa mediterranea, la massa di persone non più disposte a sottostare al protettorato tedesco basato sull’austerità e la rendita finanziaria che viene salvaguardata a costo della povertà e disoccupazione crescente di interi territori.
di Oskar Lafontaine* pubblicato su il manifesto il 14 ottobre 2015
L'articolo. L’euro sta de-industrializzando gli stati europei a tutto vantaggio della Germania. L'esempio di Syriza dimostra l’impossibilità di un governo di alternativa. La sinistra italiana deve unire le forze e lavorare a un nuovo sistema monetario
Care compagne, cari compagni,
la sconfitta del governo greco guidato da Syriza davanti all’Eurogruppo ha portato la sinistra europea a domandarsi quali possibilità abbia un governo guidato da un partito di sinistra, o un governo in cui un partito di sinistra sia coinvolto come partner di minoranza, di portare avanti una politica di miglioramento della condizione sociale di lavoratrici e lavoratori, pensionate e pensionati, e delle piccole e medie imprese, nel quadro dell’Unione europea e dei trattati europei.
di Dimitri Deliolanes pubblicato su www.sbilanciamoci.info il 13 ottobre 2015
L’obiettivo di Atene è iniziare quanto prima la discussione sul debito e, contemporaneamente, concludere entro l’anno il processo di ricapitalizzazione delle banche greche con i 25 miliardi previsti, in modo da poter togliere al più presto il capital control
Lasciate rapidamente alle spalle le elezioni, agli inizi di ottobre il governo greco ha affrontato con ritmi veloci il dibattito sulla fiducia in Parlamento e in meno di una settimana è riuscito a superare la prova parlamentare senza sorprese, con 155 voti favorevoli su 300.
È iniziato così il secondo mandato governativo del leader di Syriza, profondamente diverso nei contenuti e nei toni da quello di gennaio. Ma con una prospettiva di grande stabilità, che potrebbe condurre all’esaurirsi dei quattro anni previsti della legislatura. Facilita molto questa prospettiva la disgregazione del fronte filo-austerità e in particolare del centrodestra di Nuova Democrazia, in cerca di un nuovo leader e di una nuova identità.
Roma 4 ottobre 2015 - Dopo le elezioni greche, è sempre più attuale la domanda di come sia possibile e con quali forze sociali e politiche combattere l’austerità e cambiare lo scenario europeo. Questo tema è anche decisivo per il nuovo soggetto politico unitario che vogliamo contribuire a costruire in Italia. In vista delle mobilitazioni che si concentreranno a Bruxelles dal 15 al 17 ottobre, l’Altra Europa con Tsipras, promuove un momento di confronto e di discussione.
pubblicato su sbilanciamoci.info il 17 settembre 2015
Contro le forze più reazionarie presenti in Europa, serve un piano B. L'appello di Varoufakis, Melenchon, Fassina, Kostantopoulou e Lafontaine
Il 13 di luglio di quest’anno il governo democraticamente eletto di Alexis Tsipras è stato messo in ginocchio dall’Unione Europea. L’accordo del 13 luglio è stato, di fatto, un colpo di stato. A questo si è giunti consentendo alla Banca Centrale Europea di far chiudere le banche greche avanzando la minaccia di mantenere le condizioni per la loro chiusura se il governo greco si fosse rifiutato di sottoscrivere la nuova versione di un programma già fallito. Perché mai tutto questo? Perché l’Unione Europea non poteva accettare l’idea che un popolo, in preda alle sofferenze causate dall’austerità, potesse osare eleggere un governo con il mandato di dire NO!
pubblicato su Essere Sinistra il 23 Agosto 2015
Prima di partecipare alla Festa della Rosa di Frangy-en-Bresse, Yanis Varoufakis concede una breve intervista al Journal du Dimanche – JDD. Ecco la traduzione dell’intervista di Cécile Amar.
Come interpreta le dimissioni di Alexis Tsipras?
Il 12 luglio, contro il mio parere e quello di molti altri membri del governo e del partito, Alexis Tsipras ha deciso di accettare le misure di austerità proposte dallEurogruppo nel vertice europeo. Che vanno in contrasto con tutta la filosofia di Syriza. La sua maggioranza si è ribellata. La sua conclusione è stata semplice: se vuole ripulire il partito, ha bisogno di nuove elezioni.
di Giacomo Russo Spena pubblicato su HuffingtonPost il 26 Agosto 2015
È nata nel 2004 per porre fine all'estrema frammentazione della sinistra ellenica, in contrapposizione a centrodestra e centrosinistra, "entrambi figli del neoliberismo". Il Pasok come Neo Democratia. A tale principio non è mai venuta meno. In greco significa "coalizione della sinistra radicale".
di Guido Viale pubblicato su il manifesto il 12/07/2015
Ue. Prendiamo atto che i confini non sono quelli dell’Eurozona né, per quanto allargati, quelli dell’Unione
Quale ne sia l’esito, di certo, non risolutivo, ha fatto più danni a credibilità e affidabilità dell’euro come moneta globale il meschino tiramolla delle autorità europee contro il Governo greco di quanto abbia danneggiato quest’ultimo il pesantissimo compromesso a cui ha dovuto soggiacere. E poiché nell’accordo, se si farà, non c’è nulla che renda più sostenibile l’economia greca, la cacciata dall’euro è stata forse sventata, ma la partita relativa all’austerity è solo rimandata: si continuerà a giocare nelle condizioni e con gli schieramenti che si saranno formati in Europa nei prossimi mesi o tra pochissimi anni. Condizioni che non saranno facili per nessuno dei contendenti. “Se crolla l’euro crolla l’Unione Europea” è forse l’unica affermazione condivisibile di Angela Merkel: per questo, con quel tiramolla, le autorità dell’Unione hanno sicuramente compiuto un buon passo avanti nel rivelarsi becchini dell’Europa.
di Rossana Rossanda pubblicato su Sbilanciamoci.info il 08/07/2015
La confusione di commenti e notizie sui giorni convulsi che si vivono tra Atene e Bruxelles nasconde un'evidenza: il tentativo di colpire il governo Tsipras perché eversivo rispetto all’Europa dei mercati. In un'Europa governata dalla legge del più forte, Tsipras ha riportato nel suo paese il primato della politica, ricorrendo al voto popolare.