Alla nostra considerazione si e' imposta un 'altra scissione trasversale, quella di genere. Prima ancora che esplodessero le guerre che stanno devastando l'Iraq, un ampio e consapevole movimento delle donne operava per il superamento del patriarcalismo. Sono loro che in questi decenni sono riuscite a preservare un minimo di coesione nella società, nonostante gli attacchi quotidiani subiti. Contro di loro si accanisce ora Daesh (ISIS), ma prima ancora la società patriarcale aveva, di nuovo e fortemente, ripreso il sopravvento.
Un altro interrogativo inquietante sta nella constatazione che anche in quei paesi occidentali che hanno accolto con rispetto e parità di diritti le persone provenienti dal mondo arabo ed islamico, centinaia di cittadini formalmente francesi, inglesi o tedeschi e di altri paesi, sono stati attratti dall'appello del califato. Essi accorrono come volontari e si uniscono ai tanti che, nei loro paesi martoriati e disgregati da decenni di guerre e soggiogati da dittature corrotte e colluse con la colonizzazione occidentale, sono ormai privi di futuro.
Viene allora da sospettare che la nostra accoglienza, anche quando integrante e rispettosa, resti umiliante per molti immigrati. Forse l'integrazione non è sufficiente, è necessaria una comunicazione profonda nell'umano che abolisca lo scalino di superiorità tra chi accoglie, ma non dall'alto, e non è capace di ricevere alcun messaggio da culture e religioni che nella profondità dei millenni avevano avuto molto da dire.
Abbiamo quindi accolto l'appello di intellettuali, giornalisti e politici che, rivolgendosi al mondo occidentale, rivendicano per l'Iraq la ricostituzione di uno Stato laico e democratico, unito e rispettoso delle diversità culturali e religiose delle varie componenti sociali. E si appellano alla comunità internazionale per salvare il paese dall'ulteriore disgregazione e la popolazione da sofferenze ancora maggiori e più devastanti.
Ascoltiamo il loro messaggio e capiamo, insieme a loro, cosa noi possiamo fare e come stabilire un contatto che duri nel futuro.
Associazione di amicizia Italia-Iraq. L'Iraq agli iracheni
Hanno collaborato volontari della Comunità Irachena e di altre associazioni.
RELATORI
Hanaa' Edwar, presidente AlAmal, associazione per l'aiuto e lo sviluppo, apartitica. Fondata nel 1992, lotta per la difesa dei diritti umani e civili, in particolare delle donne, e per il riconoscimento del loro ruolo nella ricostruzione del paese di uno stato di diritto. Hanaa è una delle prime donne che si è battuta per i diritti delle donne in Iraq, e nel mondo arabo, cofondatrice della "Lega della donna irachena", nata negli anni cinquanta. Vive a Baghdad.
Afyan Rahim Ali, curda, avvocata, presidente dell'associazione Tammuz (Associazione per lo sviluppo sociale). Fondata nel 1997 ad Erbil, ha esteso la sua attività a tutto l'Iraq dopo l'invasione del 2003, è fortemente impegnata in campo sociale, per l'uguaglianza dei diritti, oltre ogni appartenenza, e per la liberazione delle donne. È tra le fondatrici del Social Forum Iracheno. Vive tra Erbil e Baghdad.
Hadla Omar, curda siriana, è Ministro nel Consiglio Amministrativo nel territorio di Al-Jazera in Siria, dove vive.
Rashid Al Khayun, è uno degli scrittori e ricercatori iracheni più noti nel mondo arabo, per i suoi studi sulla società e la storia culturale e religiosa in Iraq e Medio Oriente. Attualmente vive a Londra. Ha scritto vari libri e pubblicato centinaia di studi.
Adnan Hussein, è giornalista e ha lavorato per vari giornali arabi. Attualmente è capo redattore esecutivo del giornale più diffuso in Iraq, Al Mada. È inoltre fondatore del "sindacato nazionale dei giornalisti iracheni", di cui è presidente. Vive a Bagdad.
Haider Said, è uno scrittore, girnalista e ricercatore iracheno e si occupa della società civile irachena e del suo rapporto con le forze politiche. Conosce bene situazione e processi politici attualmente in corso in Iraq. Vive ad Amman, ma ritorna sesso in Iraq.
Giovanni Franzoni, Presidente dell'Associazione di amicizia Italia-Iraq. L'Iraq agli iracheni. Già abate benedettino. Animatore della Comunità cristiana di base di S.Paolo a Roma. Teologo e scrittore.
Simonetta Crisci, avvocata dell'Associazione donne, diritti e giustizia, attiva dal 2006 per l'attuazione ed il rispetto dei diritti delle donne italiane e straniere, in particolare di quelle che subiscono maltrattamenti e violenze.
MODERATORI
Ismaeel Dawood, Policy Officer di Un Ponte per... e attivista iracheno della Iraqi Civil Society Solidarity Initiative (ICSSI)
Mostafa Al Ayoubi, capo redattore del mensile Confronti
Ornella Sangiovanni, giornalista ed esperta di Iraq.