Cogènte agg. [dal lat. cogens -entis, part. pres. di cogĕre «costringere»]. ( E. Treccani) – Che costringe, che obbliga, che ha una funzione coattiva: norme cogenti, nel linguaggio giur., quelle che non possono essere derogate. Per estensione, di argomento, prova, affermazione che non ammette dubbi: es. un’argomentazione, una dimostrazione cogente.
I ricercatori dell’Iss, pur nella cogente diplomazia del ruolo, non ce l’hanno fatta a non scrivere: “Per quanto riguarda la salute infantile emerge un quadro di criticità meritevole di attenzione, in particolare eccessi di bambini ricoverati per cancro nel primo anno di vita e nella fascia di età 0-14 anni sono stati osservati in entrambe le province di Napoli e Caserta. L’analisi disaggregata per comune evidenzia alcuni comuni nei quali si sono rilevati specifici segnali che richiedono ulteriori ecogenti approfondimenti“.
Era questo innalzamento cogente del livello di attenzione che nel febbraio 2012 chiedevamo come specialisti indipendenti Isde Medici Ambiente Campania al ministro Balduzzi e ai suoi esperti come la D.ssa Musmeci e Comba che oggi scrivono queste parole.
Era questo che in delegazione con i colleghi pediatri ed oncologi Rivezzi e Comella ribadimmo presso il ministero della Salute nel marzo del 2012, chiedendo ed ottenendo impegni di approfondimenti specifici come quelli sui vigili del fuoco, promessi e mai fatti.
I comitati sono stati umiliati e non ascoltati, soprattutto dal ministro Lorenzin, che non ha mai inteso parlare anche con noi, al contrario di Balduzzi, ma solo con i suoi esperti, che oggi giungono alle nostre stesse conclusioni.
Padre Maurizio e le mamme delle cartoline sono state offese ed umiliate (ricordo Velardi che offese su tutti i giornali Padre Maurizio definendolo “piccolo sciacallo”) ma non è quello che oggi più mi offende. Mi offende che ancora oggi che sono usciti i chiarissimi dati dell’Iss la nostra Regione intende come cogente:
1- lasciare ai propri posti di non controllo tutti quei dirigenti sanitari che in tutti questi anni non hanno minimamente elaborato quei dati regionali da cui oggi i tecnici dell’Iss traggono queste conclusioni epidemiologiche:
2- elargire 23 milioni di euro per comunicare che le nostre pummarole e la nostra mozzarelle sono ancora perfettamente pulite e le migliori del mondo, quando con una cifra massima di 24 milioni di euro si dovrebbero fare almeno quei 3 impianti di compostaggio per le province che ne sono sprovviste (Caserta, Napoli, Avellino) perchè il compostaggio in Campania lo ha solo Salerno;
3- elargire 600 mila euro a Publitalia (quindi a Berlusconi non a Gigi D’Alessio) per confondere le idee ai sei milioni di campani e al mondo intero a capodanno circa l’1% del territorio inquinato a tutela dellepummarole e non dei bambini di terra dei fuochi;
4- elargire 3.5 milioni di euro al Calcio Napoli (e lo dico da tifoso del Napoli!) quando ancora oggi sia l’Istituto Tumori di Napoli che tutte le Asl non hanno ancora ricevuto risorse adeguate e sufficienti a produrre negli stessi tempi dell’Iss i necessari dati epidemiologici. Non auro sed ferro recuperanda est patria proclamava Furio Camillo nel sacco di Roma e noi oggi nel sacco della Campania! La Campania non si difende a pagamento, la si difende gratis rimettendoci faccia e carriera come abbiamo fatto noi!
5- elargire diversi milioni di euro (oltre 5) per progetti finalizzati a dosare la diossina nelle patate (!) e/o nelle pummarole e solo 250 mila euro per fare un pessimo studio su pool di sieri umani e fare quindi solo 84 analisi di diossina per tre milioni di persone esposte e 840 cittadini che hanno subito un prelievo inutile.
6- dosare la diossina nei cassonetti in fiamme e non nel sangue dei pompieri esposti a più di 5000 roghi l’anno da oltre vent’anni.
Non ritengo certo importante né cogente che certa gente chieda scusa a Padre Maurizio e alle mamme delle cartoline perché senza il loro sacrificio non dovuto, questi dati non sarebbero mai stati prodotti né resi pubblici, ma ritengo cogente, oltre che approfondire come chiede l’Istituto Superiore di Sanità per singoli comuni, che questi studi cogenti non siano mai più affidati a coloro, sia come politici che come dirigenti sanitari, che sono responsabili di non cogente impegno.
E soprattutto che si faccia presto, e non se ne parli senza fare soltanto per una vergognosa campagna elettorale ormai in atto. Essere cogenti tra altri venti anni significherà soltanto confessare pubblicamente chi erano i veri delinquenti, oltre i camorristi. Ma, come desiderato, sarà andato ben tutto in prescrizione!