La vicenda si protrae ormai da diverso tempo e ha visto accumularsi ben 5 ricorsi da parte dei diversi attori chiamati in causa, con numerosi altri soggetti intervenuti ad opponendum oppure ad adiuvandum.
Su tutti si è distinta per il suo atteggiamento ondivago la regione Sicilia guidata da Rosario Crocetta, che a febbraio 2013 aveva revocato (o meglio annullato come ha ora stabilito il Tar) il provvedimento di autorizzazione alla costruzione del Muos concesso dalla precedente Giunta, per la mancanza di studi inerenti non solo la salute, ma anche l’ambiente e il traffico aereo. A distanza di pochi mesi, però, aveva rivisto la propria decisione, dando il via libera ai lavori e scatenando la reazione delle associazioni a tutela dei cittadini e del territorio.
A far cambiare idea alla Giunta siciliana, come ebbe a precisare lo stesso Crocetta, fu la relazione dell’Istituto Superiore di Sanità, che si era avvalsa di rilievi effettuati dall’Ispra e che concludeva per la non pericolosità dell’impianto, in quanto non supererebbe i limiti di emissioni imposti dalle leggi italiane.
Di diverso avviso erano, però, i consulenti designati dalla regione Sicilia, dott. Mario Palermo e prof. Massimo Zucchetti, secondo i quali “rimanevano aperte le valutazioni predittive in campo vicino, per le quali la stessa relazione principale dell’ISS dà atto trattarsi di un campo molto esteso vista la dimensione delle antenne e di non avere a riguardo informazioni specifiche e che non sarebbe stata ben indagata nello studio ISS neppure la reale dimensione del rischio alla salute”.
Ma, soprattutto, secondo il prof. Marcello D’Amore, il verificatore nominato dal Tar della Sicilia, “l’ISS si è basato su procedure di calcolo semplificate che non forniscono accettabili indicazioni nell’ottica del caso peggiore … e le problematiche (omissis)sono state trattate rispettivamente dall’ISS, dall’ISPRA e dall’ENAV in maniera non esaustiva e come tale suscettibile di ulteriori doverosi approfondimenti”.
Ce n’è abbastanza per i giudici di Palermo - che hanno riunito in uno tutti e 5 i ricorsi pendenti - per annullare il provvedimento di revoca del 24 luglio 2013 dell’Assessorato del Territorio e dell’Ambiente della Regione Siciliana, in quanto poggia su presupposti erronei o incompleti.
A questo punto, essendo stata annullata l’iniziale autorizzazione, o si accantona il progetto o si riparte da capo con studi affidabili ed esaustivi sulla non pericolosità per l’uomo e l’ambiente degli impianti di ricezione satellitare che la Difesa americana vorrebbe costruire nel territorio del comune di Niscemi, dando finalmente concreta applicazione al principio di precauzione previsto dai trattati europei.