di Luigi Russo pubblicato su un numero della rivista Belfagor del 1949 e in parte su l'Unità del 19 giugno 1949
Quando si cominciò a parlare del discorso veneziano del ministro Scelba, la prima forma che si sentì dire e si lesse sui giornali fu “culturalume”. Culturalume io pensai, come cardinalume, clericalume, borghesume, canagliume, vaticanume ed altri nome in ume. E mi affrettai a prenderne nota in un scheda linguistica, in cui misi in testa subito la parola coniata da Vittorio Alfieri, “cardinalume”. Perché l’on. Scelba non pensi che io dica per celia, riporto il testo preciso dei versi dell’Astigiano:
“Sia pace a i frati.
Purché sfratati.
E pace ai preti.
Ma pochi e quieti.
Cardinalume
Non tolga lume;
Il maggior prete
Torni a la rete.
Leggi e non re,
L’Italia c’è”.
… gir ti conviene
cercando il mondo sotto nuova pelle …
(Machiavelli, Asino d’oro, III)
Una proposta semplice e chiara: costruire insieme a chi lo vorrà un punto, nel quale raccogliere critiche, osservazioni, proposte, punti di vista su quel che accade oggi, nella nostra città, in Italia, in Europa, nel mondo. Una sequenza che non indica una scala,né ascendente né discendente, né di priorità né di posteriorità,
Come ben sa chi prevedibilmente leggerà queste righe vi è da essere assai pessimisti per quello che sta accadendo, in certo qual modo anche disperati, perché da tempo non si vedeva una tale povertà di cultura politica, spesso di cultura tout court, nella élite di governo e negli stessi lacerti di quel che si ostina, con un certo coraggio infondato, a chiamarsi sinistra. Con cinismo pari alla propria cieca obbedienza ai dettami del capitalismo finanziario internazionale si sta smantellando la nostra Costituzione – nel contesto di un attacco vincente a tutte le Costituzioni uscite dalla tragedia delle guerre mondiali e dalla lotta contro il nazismo e il fascismo – e costruendo una Europa in cui il profitto dell’impresa è la base della organizzazione sociale e la persona e il lavoro semplici variabili dipendenti. Ci sarà tempo e modo di analizzare la situazione qui appena accennata e il portato di barbarie, e di guerre vere e proprie, che segnano il tempo presente.