di Roberto Saviano pubblicato su Repubblica.it il 26 marzo 2015
Trent'anni fa le cosche mirarono al magistrato Carlo Palermo. L'autobomba uccise una donna e i suoi bambini. Ora la figlia più grande racconta quella tragedia.
Ci sono alcune storie che porto dentro, che percepisco come zavorra, come se mi intasassero il respiro, eppure sono memoria necessaria, perché dimenticare significherebbe perdersi. Quella zavorra e quel peso sono pilastro e la radice della mia vita. Sono storie che tendono a essere dimenticate per istinto di conservazione; è come dimenticare la guerra, lasciar perdere il dolore, far finta che tutto sia superato. E Sola con te in un futuro aprile di Margherita Asta e Michela Gargiulo (Fandango) racconta una storia da dimenticare, una storia preziosa.
di Luca de Vito, pubblicato su Repubblica.it il 16 gennaio 2015
Le interdittive del prefetto riguardano settori come il movimento terra e i subappalti. L’assessore Maran: "E' la dimostrazione che ci sono gli strumenti giusti per intervenire contro le infiltrazioni"
Aziende in odore di mafia si sono affacciate anche ai lavori per le linee M4 e M5 della metropolitana. Sono almeno quattro le interdittive decise dal Prefetto per quanto riguarda i lavori della linea blu tra il 2013 e il 2014, mentre cinque sono quelle che riguardano i lavori della lilla.
di Chiara Daina pubblicato su IlFattoQuotidiano il 13 gennaio 2015
A Vibo Marina l'istituto “Amerigo Vespucci” è frequentato da oltre mille alunni. E tanti di loro hanno parenti in carcere. I docenti insegnano anche mestieri legati all'economia locale. La dirigente Maria Salvia: "Qui imparano che l'onestà paga. E questo posto deve essere per loro una casa"
di Antonio Ingroia pubblicato su Azione Civile e su L'ultima Ribattuta il 18/12/2014
Un medico che diagnostica una grave malattia ma poi non prescrive la cura adeguata, rimandando la terapia necessaria a data da destinarsi, sebbene i sintomi del male siano evidenti e le analisi non diano adito a dubbi, o è un incapace o è un irresponsabile o è in malafede.
di Antonio Ingroia pubblicato su Il Fatto Quotidiano il 11/12/2014
Sarebbe facile dire che l’avevamo detto. Lo dicevamo, anche se in pochi, che la mafia stava divorando il Paese. Lo dicevo da pm che tutta la politica dentro le stanze del potere, con poche eccezioni e differenze fra destra e sinistra, aveva scelto la convivenza e la complicità morale con la mafia. E che quello spirito di convivenza veniva da lontano, dalla trattativa Stato-mafia, quando si poteva scegliere. Da una parte, la linea dell`intransigenza, per la quale uomini come Falcone e Borsellino avevano dato la vita, ma che stavolta poteva trovare il sostegno di una maggioranza di cittadini animati da una irresistibile voglia di cambiamento sull’onda della spinta dell’emozione delle stragi mafiose e della speranza dell`inchiesta Mani Pulite che stava spazzando via un intero ceto politico corrotto. Dall’altra parte, la vecchia logica della trattativa e del compromesso coi poteri criminali, per salvare gli uomini e la pratica di una casta irriducibile e irredimibile.
di Antonio Ingroia pubblicato su Azione Civile e su L'ulima Ribattuta il 10/12/2014
Ma la politica dov’era mentre il mondo di mezzo di Carminati e Buzzi si prendeva Roma, salendo sul Campidoglio, entrando dalla porta principale nei palazzi che più contano? Non c’era, assente ingiustificata, o se c’era stava dalla parte sbagliata, a ricevere ossequiosa Buzzi, a prendere obbediente ordini da Carminati. Lo schema era quello di sempre, soldi e favori in cambio di appalti.
di Roberto Saviano pubblicato su La Repubblica il 5 dicembre 2014
Su "Mafia capitale" sappiamo tutto, abbiamo letto le cronache dell'operazione condotta dai Ros del generale Parente e dalla Procura di Roma guidata da Giuseppe Pignatone, abbiamo letto l'ordinanza del gip Flavia Costantini, ma non so se è chiaro a tutti cosa sia accaduto a Roma.
di Lirio Abbate pubblicato su L'Espresso il 2 dicembre 2014
Il “re di Roma”Massimo Carminati è stato arrestato nell'ambito di una grande operazione per associazione mafiosa ordinata dai pm della Procura di Roma ed eseguita dai carabinieri del Ros. Una holding criminale che spaziava dalla corruzione, per aggiudicarsi appalti, all'estorsione, all'usura e al riciclaggio, con infiltrazioni “diffuse” nel tessuto imprenditoriale politico e istituzionale. Un'organizzazione radicata a Roma con a capo Massimo Carminati.