“Nei giorni scorsi concludendo i lavori della Leopolda Renzi ha fatto un passaggio che considero politicamente grave” ha affermato Alfiero Grandi, vicepresidente del Comitato.
“Dire di fronte alla maggioranza degli italiani che hanno bocciato per il 60% dei voti una proposta che lo hanno portato alle dimissioni da Presidente del Consiglio, che lo rifarebbe domani, vuol dire non essere interessato a capire come è il Paese reale”.
Ha poi aggiunto “Tra modifiche costituzionali e legge elettorale c’era un rapporto simbiotico, tanto è vero che la legge non prevedeva più la votazione del Senato che era stato di fatto cancellato. Non a caso subito dopo l’Italicum è entrato in crisi e a seguire con la sentenza della Corte è stato dichiarato incostituzionale.
“La nuova legge elettorale è stata votata con 8 voti di fiducia tra Camera e Senato, noi pensiamo che questa legge elettorale sia un modo per continuare a far finta che nulla sia accaduto”.
Il Coordinamento Democrazia Costituzionale ha raccolto 230mila firme con un appello che chiedeva di non fare ricorso al voto di fiducia e di far scegliere i parlamentari ai cittadini “non per ragioni ideologiche ma per ragioni attuali, perché oggi il giudizio degli italiani sui politici in generale è grave” ha spiegato Grandi.
E ha concluso “Non è un segreto che da quando è stato approvato il Porcellum la qualità dei parlamentari è peggiorata, e la discussione parlamentare è peggiorata. Anche con la legge Rosato i vertici dei partiti nomineranno di nuovo i parlamentari, quindi nulla è stato compreso della lezione del 4 dicembre da quella parte politica”.
In occasione del primo anniversario dalla vittoria del Referendum una delegazione del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale ha depositato questa mattina alla Corte di Cassazione una proposta di legge di iniziativa popolare per abolire il pareggio di bilancio con la modifica dell’art. 81.
“Non solo non è casuale ma è fortemente voluto legare il deposito di una legge popolare che modifichi l’art. 81 al No di un anno che ha chiesto un forte cambiamento e affermato una netta opposizione alla riforma costituzionale” ha dichiarato Gaetano Azzariti, costituzionalista.
E ha aggiunto “La nostra proposta di modifica dell’art.81 non è un modo per tornare al passato, al contrario è per dare realizzazione a quei No che hanno bocciato anche le politiche economiche del Governo Renzi”, e ha precisato “Sono state sufficienti 7 parole - ovvero “Nel rispetto dei diritti fondamentali delle persone” - per dare una svolta radicale a quegli equilibri politici economici generali che regolano il rapporto tra governati e governanti.
Ha poi spiegato: “E dal momento che le Costituzioni devono avere capacità espansiva, abbiamo riscritto l’art. 81 come formulato dall’assemblea costituente, consapevoli che ci sono dei vincoli che ci vengono imposti dall’Europa, ma sapendo bene che le scelte che riguardano le politiche economiche e gli investimenti sono ancora in capo principalmente ai Governi nazionali”.
E ha concluso: “Sentenze della Corte Costituzionale dicono espressamente che i diritti delle persone vengono prima ed è responsabilità di chi esercita il potere di governo ottemperare le diverse esigenze ma rispettando prima i diritti delle persone”.