Alla delegazione ha partecipato anche Roberto Musacchio, già europarlamentare di Rifondazione e tra gli ideatori della «Sinistra Europea», il gruppo parlamentare europeo a cui afferiscono Syriza e Podemos, e i tre eletti dell’«Altra Europa con Tsipras» (Spinelli, Forenza e Maltese): «L’affermazione di Syriza dimostra che la sinistra può vincere in Europa — sostiene Musacchio — Oggi esiste una sinistra di popolo, giovane ed europea». Tra i fautori dell’idea iniziale dell’«Altra Europa», oggi Musacchio rivendica l’intuizione rappresentata da un’esperienza che ha avuto uno sviluppo non facile, nè soddifacente: «L’Altra Europa ha dimostrato che oggi la politica è europea o non è — continua Musacchio — Al contrario di quanto oggi si possa pensare è stata un’intuizione concreta che ha anticipato l’esito delle elezioni in Grecia, come quelle entro l’anno in Spagna [dove Podemos è favorito, ndr\]». Il ragionamento politico può risultare azzardato ma, considerando la mutevolezza degli scenari, è anche realistico. «Dopo la vittoria di Tsipras — continua Musacchio — in Europa potrebbe scattare un effetto moltiplicatore ravvicinato, come è accaduto in Sudamerica nel 1998 a partire dalla vittoria di Chavez». Una suggestione che può spiegare anche l’avanzata del Sinn Féin, oggi primo partito in Irlanda. E in Italia, il paese dove la sinistra riesce a produrre un numero di scissioni dell’atomo superiori addirittura a quelle delle Grecia, questo scenario è probabile?
La «Brigata Kalimera» mostra tutto l’ottimismo della volontà. L’obiettivo è quello ormai classico: «Aprire lo scenario verso la costituzione di un soggetto popolare e europeo, radicale e unitario, forte della memoria e dell’innovazione come Syriza» ha detto Roberto Morea (Altra Italia). «Il momento è ora — ha ribadito Paolo Cento di Sel — Le diverse sinistre in cammino devono dare una risposta alla domanda diffusa di una soggettività politica radicale». Contrariamente ad una percezione diffusa, alla luce anche del recente passato, l’impegno di questa «sinistra» dev’essere quello di «non mettere insieme ceti politici, ma una sinistra popolare e non ideologica» ha aggiunto Cento che rivolge anche un appello agli ecologisti. «Non voglio essere reticente — ha concluso Rinaldi — Ci sono stati momenti difficili, la crisi è trasversale e riguarda tutti i soggetti in campo. Ma oggi abbiamo un’occasione straordinaria»