di BUBO
“Ha vinto l’amore” ha twittato il presidente del Consiglio non appena il Senato ha approvato la mutilata proposta di legge sulle Unioni Civili.
Si sa, la cultura del nostro statista è quella che è: un gelataio nel cortile di Palazzo Chigi e la collezione degli incarti dei baci Perugina, forse sul comodino.
Comunque a portata di mano tiene quelle brevi sentenze, lapidarie e languide, del senso comune più zuccheroso, che bene alludono alla dolcezza del cioccolatino da esse avvolto. Invece il nostro ne rovescia addirittura il senso, nascondendo sotto la sdolcinatura la realtà di una legge che non compie il passo atteso. Anzi. Abbiamo fatto ciò che si chiedeva da trent’anni! esultano i suoi.
Ma! Forse trent’anni fa sarebbe stato un passo avanti, però gli si chiedeva di stare al passo con l’oggi e non con quel che si pensava trent’anni fa.
A dimostrazione che il nuovo, il moderno, l’attuale non c’è, e che lo statista di Rignano fa come i gamberi. Cammina all’indietro.
di Amalia Signorelli pubblicato su il FattoQuotidiano-Blog il 22 febbraio 2016
Assenze in aula, ingiurie, insulti, turpiloquio, urla e aggressioni verbali di eccezionale brutalità non sono purtroppo sconosciute ai parlamentari italiani. Ma nel caso della legge sulle unioni civili la situazione si è appesantita sino a essere insopportabile a causa della disonestà intellettuale di molti, delle reazioni isteriche di altri e della vera o finta, ma comunque ostentata, ignoranza anche delle più elementari nozioni relative alla questione dibattuta.
di Eugenia Romanelli pubblicato su IlFattoQuotidiano.Blog il 27 gennaio 2016
Sento e leggo beceri riferimenti a studi immaginari per dimostrare questo e quello a caso, senza la minima consapevolezza né coscienza di che cosa sia una ricerca scientifica. Allora, tutti seduti, vi faccio una lezione, così non potrete più, voi ignoranti in cattiva fede, blaterare a caso e manipolare media, social media e vicini di casa.