“Si deve sapere che lo Sblocca Italia, che antepone l’interesse delle imprese ai reali bisogni del popolo italiano, è una legge per più versi incostituzionale. Per quanto riguarda le trivellazioni petrolifere, è da sottolineare che si tratta della violazione di un bene “primario ed assoluto” (sentenza della Corte costituzionale n.151 del 1986, confermata da molte altre sentenze successive) e cioè l’ambiente marino, e quindi della violazione degli articoli 9 e 117, comma 2, lett. s), della Costituzione, i quali impongono la tutela del paesaggio, dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali e naturali. Le cosiddette ‘deroghe’ non hanno valore in questo campo, poiché si tratta di diritti inviolabili di tutti i cittadini, considerati come singoli e come parti della collettività (art. 2 Cost.).
È indispensabile che singoli o associazioni o comitati da tempo radicati sul territorio impugnino davanti al Giudice amministrativo i provvedimenti amministrativi che autorizzano dette trivellazioni, chiedendo di rimettere gli atti alla Corte costituzionale per un giudizio incidentale di legittimità costituzionale. Non c’è tempo da perdere. Questo Sblocca Italia è una vera tragedia“.
Io spero che tutte le comunità interessate alle trivelle sparse per l’Italia, che combattono o che hanno combattuto, possano seguire questi consigli. Matteo Renzi, dalle bianche piste di Courmayeur e dall’alto dei suoi lussuosi voli di Stato a nostre spese non può arrogarsi il diritto di calpestare i nostri beni “primari ed assoluti”, i nostri diritti “inviolabili” e la nostra sacrosanta democrazia. Qui le immagini alle concessioni petrolifere nel Canale di Sicilia e attorno all’isola di Pantelleria.